AMINa OdV presenta

Un viaggio nel mondo della maternità
Tabù, disinformazione e violenza ostetrica

Una conversazione su violenza ostetrica ed il bisogno di consapevolezza attorno al parto

Venerdì 25 novembre ore 18.00 – 20.00, al Teatro Kopó, Via Vestricio Spurinna 45/47

Roma (Metro A – Numidio Quadrato) – diretta Instagram @amina_odv

INGRESSO LIBERO su prenotazione (inviare una mail ad: aminaodv@gmail.com)

L’evento si aprirà con lo spettacolo teatrale Il mestiere più antico del mondo, di Gabriella Pacini, con Laura Nardi: per sensibilizzare sulla violenza nel parto e contro la violenza sulla donna, esercitata nel momento in cui essa è più vulnerabile.

Seguirà una tavola rotonda sul fenomeno della violenza ostetrica, le sue conseguenze sulla madre e sul nascituro e possibili approcci alternativi alla nascita; modera Chiara Segrado, presidentessa di AMINa ODV

con la partecipazione di

Margot Sikabonyi, Attrice, Health Coach & Insegnante di Yoga

Patrizia Quattrocchi, Ricercatrice – Università di Udine

Donatella Albini, Ginecologa Delegata alla Sanità – Comune di Brescia

Fritz Baheler, Fisioterapista e Terapista della Polarity

Ivana Arena, Ostetrica

Monica Fronteddu, Doula

Nel corso dell’evento saranno letti estratti da #TiRaccontoIlMioParto, la campagna di sensibilizzazione lanciata da AMINa per dare la possibilità alle madri, anche in forma anonima, di condividere liberamente la loro esperienza di parto.

Ho partorito in un ospedale romano ed ho avuto unesperienza orribile. Zero empatia durante il parto, il padre non ha potuto assistere quasi per niente perché si erano dimenticati di chiedergli se volesse esserci e dopo averlo fatto entrare lo hanno rimandato fuori in dieci minuti.”

“Non sono contenta della mia esperienza perché sono stata lasciata da sola con mio marito durante il travaglio e durante le spinte; l’epidurale è stata somministrata in maniera sbagliata per almeno 5 volte”.

“Alla fine, tutto è andato per il meglio, ma continuo a sentire un forte senso di fallimento per come ho gestito questa nascita, perché lho subita e non sono riuscita a viverla fino in fondo come quelle che lavevano preceduta”.

“Ho scelto di partorire in casa, con le ostetriche che hanno seguito il mio percorso. Ero talmente certa e tranquilla di questa scelta che sono state chiamate solo quando il parto era ormai avviato. Il mio parto è stato bellissimo, rispettato e potente. Mi fa strano dirlo perché tutte le volte che lo racconto vengo interrotta, perché se non hai passato 48 ore di dolori, lacerazioni o manovre varie non hai veramente partorito. È difficile davvero. Se non hai avuto un parto difficile o medicalizzato (male) non sei degna di comprensione, di un “brava”, di una carezza”.

La violenza ostetrica in Italia

Per violenza ostetrica si intende l’abuso realizzato nell’ambito delle cure ostetrico-ginecologiche e commesso dagli operatori sanitari che prestano assistenza alla donna e al neonato (ginecologo, ostetrica o altre figure professionali). Tale abuso si può manifestare come: abuso fisico diretto, abuso verbale, impiego di procedure mediche coercitive o non acconsentite (esempio: la sterilizzazione), violazione della privacy, assenza di consenso informato nella scelta del trattamento, rifiuto di ricezione nelle strutture ospedaliere, negligenza nell’assistenza al parto.

I dati dell’indagine Doxa-OVOItalia dicono che dal 2003 sono circa 1 milione le donne in Italia – il 21% del totale – che affermano di aver subito una qualche forma di violenza psicologica o fisica durate il parto. Oltre la metà ha subito l’episiotomia (incisione chirurgica del perineo, per allargare l’apertura vaginale durante il parto) e il 61% dichiara di non aver dato il consenso informato per questa pratica.  L’Oms la definisce «dannosa, tranne in rari casi».

Denunciare non è semplice e chi lo fa è difficile che ottenga un risarcimento, anche perché in Italia manca una legge specifica sulla violenza ostetrica.

AMINa ODV – Chi siamo e mission

AMINa unisce un gruppo di professioniste e professionisti dell’assistenza al parto, della comunicazione e della cooperazione internazionale impegnati per garantire alle partorienti servizi adeguati, nel rispetto della loro fisiologia, dei loro tempi, della loro volontà e delle norme igienico-sanitarie di base, a tutte le latitudini. Crediamo che le donne, tutte, ovunque, debbano essere messe in condizione di fare scelte consapevoli ed informate rispetto al loro parto ed alla propria salute riproduttiva.

La nostra missione è quella di promuovere un parto consapevole, rispettato e positivo in Italia e nel mondo. Partiamo dal presupposto che al momento molte donne sono vittime di violenza ostetrica, oppure mancano di accesso ai servizi di assistenza di base. Attraverso attività di sensibilizzazione e di cooperazione allo sviluppo, AMINa mira a promuovere una diversa cultura del parto, che valorizzi le differenze e consideri partoriente e nascituro come soggetti e non come oggetti dell’azione. Immaginiamo un mondo in cui il parto venga affrontato con la giusta consapevolezza e possa essere un momento positivo e trasformativo per la partoriente ed il nascituro. Un mondo in cui la vita ed il venire al mondo vengano valorizzati, così come il rispetto delle diversità e del percorso di vita di ognuna/o.

I nostri ambiti di intervento sono:

Cooperazione internazionale: Lavoriamo con partner locali per assicurare parti sicuri, attraverso la fornitura di strumenti, la formazione di ostetriche e favorendo l’apertura di centri nascita incentrati sul concetto di parto rispettato.

Sostegno a comunità vulnerabili in Italia: Sosteniamo le donne migranti, attraverso attività di supporto pre, post e durante il parto e assistenza per l’accesso a servizi di salute riproduttiva.

Sensibilizzazione ed advocacy: Lavoriamo attraverso l’apertura di forum, dialoghi tematici ed eventi, facendo rete con altre realtà presenti sul territorio italiano ed europeo per dibattere su temi come la scelta consapevole, la violenza ostetrica, la buona nascita.

Lavoriamo per cambiare la narrativa corrente sul parto, in cui la donna sia vista come soggetto e non come oggetto nel corso della nascita (quante volte abbiamo letto sui giornali che qualcuno – un padre, un infermiere, un passante – ha “fatto partorire” una donna?).

Vogliamo lavorare a fianco degli operatori sanitari per promuovere un approccio rispettato alla nascita, un’assistenza alla maternita’ rispettosa, continuita’ nella cura e nell’assistenza (considerando le tre fasi della gravidanza, del parto stesso e del post-parto), un approccio antropologico alla nascita (nel rispetto della cultura e del background di appartenenza della partoriente).

Scopri di più su AMINa ODV!

sito web: amina-odv.org

FB @aminaodv

IG @amina_odv

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AMINa ODV

La nostra missione è quella di promuovere un parto consapevole, rispettato e positivo in Italia e nel mondo. Partiamo dal presupposto che al momento molte donne sono vittime di violenza ostetrica, oppure mancano di accesso ai servizi di assistenza di base. Attraverso attività di sensibilizzazione e di cooperazione allo sviluppo, AMINa mira a promuovere una diversa cultura del parto, che valorizzi le differenze e consideri partoriente e nascituro come soggetti e non come oggetti dell’azione.

Immaginiamo un mondo in cui il parto venga affrontato con la giusta consapevolezza e possa essere un momento positivo e trasformativo per la partoriente ed il nascituro. Un mondo in cui la vita ed il venire al mondo vengano valorizzati, così come il rispetto delle diversità e del percorso di vita di ognuna/o.

Crediamo che la diversità sia una ricchezza; crediamo nelle doti innate della partoriente e del nascituro nel momento del parto; crediamo che questo debba essere affiancato dalle opportunità offerte dalla medicina e che la nascita dovrebbe essere al centro di ogni agenda politica poiché riguarda l’intera umanità e non dev’essere relegata al solo universo femminile. Crediamo che il parto possa essere una straordinaria esperienza trasformativa.

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