SENSIBILIZZAZIONE ED ADVOCACY

Lavoriamo per cambiare la narrativa corrente sul parto e a fianco degli operatori sanitari per promuovere un approccio rispettato alla nascita, un’assistenza alla maternità rispettosa.

L’oracolo del parto

Abbiamo raccolto una serie di articoli che raccontano il parto, per mostrare come la narrativa corrente metta la partoriente in una posizione passiva, di “oggetto” invece che soggetto attivo dell’azione. Il linguaggio corrente secondo cui c’è sempre un soggetto terzo che “fa partorire” la donna è fortemente depotenziante. Vorremmo avviare una riflessione sull’importanza delle parole scelte nella narrazione dell’evento parto, poiché possa cambiare e (ri)mettere finalmente la donna al centro dell’azione.

“Papà si improvvisa ostetrico”. L’articolo evidenzia che alla gioia del parto (seppur avvenuto in casa) è stata accompagnata da una grande paura. Protagonista dell’azione è il papà che, improvvisandosi “ostetrico”, fa partorire la mamma, messa in ombra nell’articolo dal ruolo del compagno.
“L’infermiere assiste la donna”. L’articolo mette in evidenza la figura dell’infermiere, descritto come protagonista di una scena da film, a discapito della donna partoriente.
“Fa nascere le figlie in auto mentre porta la moglie in ospedale”. Anche in questo caso il padre è soggetto attivo nel titolo dell’articolo, in evidenza rispetto alla moglie, messa in secondo piano dal ruolo del marito che viene definito “supereroe”.
“Francesco, il papà ostetrico per una notte”. In evidenza nell’articolo il ruolo attivo del padre, che “acquisisce” l’insieme di competenze da ostetrico e “fa nascere” la figlia; rispetto al ruolo della madre che rimane in secondo piano.
“Francesco, il papà ostetrico per una notte”. In evidenza nell’articolo il ruolo attivo del padre, che “acquisisce” l’insieme di competenze da ostetrico e “fa nascere” la figlia; rispetto al ruolo della madre che rimane in secondo piano.
“Il papà fa nascere Niccolò in casa”. Nel titolo dell’articolo la figura del padre ricopre un ruolo attivo e principale. La madre non è citata.
Nei titoli e negli articoli di giornale ci presentano molto spesso dei racconti dal punto di vista esterno sulla buona riuscita del parto: il padre, il marito, l’infermiere, l’infermiera, la dottoressa, descritte come figure eroiche che compiono gesta eroiche “facendo” partorire le mamme.
Crediamo che il supporto sanitario sia importante come quello dei compagni/mariti/accompagnatori; ma crediamo anche che la vera protagonista del parto, il soggetto attivo, l’eroina sia sempre e comunque la madre con il/la bambino/a.

Ancora una volta una storia di parto che vede il ruolo della madre svuotarsi di azione e potere (insieme al bambino/a) e dove il ruolo di un soggetto esterno diventa addirittura “decisivo” per la riuscita dell’evento. Si ripete una narrativa tossica che toglie alle madri (insieme al bambino/a) una forza unica e naturale, di cui siamo sempre meno consapevoli.