Ti racconto il mio parto #4

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Quando è nata la mia prima bambina avevo 22anni e nessuna idea di cosa poteva essere quell’evento. Il corso pre parto era stato un insieme strampalato di nozioni messe lì, come fosse un dovere consuetudinario.

Fui ricoverata una settimana prima per qualcosa che non ricordo, al termine decisero di indurre il parto con un gel di ossitocina. In realtà non avrebbero dovuto farlo perché il processo stava partendo…questo comportò un inasprimento dei dolori che erano senza sosta tanto da far vomitare. In quei momenti, io che sono sempre stata timida e poco avvezza a farmi vedere in difficoltà, non feci caso a nulla. Quei dolori mi fecero pentire di non aver voluto fare l’epidurale, pensai “non ce la faccio” più volte. Poi la giovane età, erroneamente, fece pensare all’infermiera di turno che non stava per nascere la bambina e mi lasciò in una stanza. Questa cosa mi fa ancora infastidire.

A causa di quella persona, poco professionale, dovetti urlare per farmi ascoltare, la bambina era già in uscita. La nascita, ovvero il momento tra le famose spinte e quello in cui Alice è stata presa dal medico, è durata un quarto d’ora. Le forze erano poche perché l’induzione aveva prosciugato la mia resistenza però il medico fu chiaro nelle indicazioni e ciò fu risolutivo. A causa dell’infermiera mi misero 31 punti, messi senza anestesia.

Però Alice stava bene, senza nessun bisogno di incubatrice. Bella come il sole, bionda e pacifica.

AMINa ODV

La nostra missione è quella di promuovere un parto consapevole, rispettato e positivo in Italia e nel mondo. Partiamo dal presupposto che al momento molte donne sono vittime di violenza ostetrica, oppure mancano di accesso ai servizi di assistenza di base. Attraverso attività di sensibilizzazione e di cooperazione allo sviluppo, AMINa mira a promuovere una diversa cultura del parto, che valorizzi le differenze e consideri partoriente e nascituro come soggetti e non come oggetti dell’azione.

Immaginiamo un mondo in cui il parto venga affrontato con la giusta consapevolezza e possa essere un momento positivo e trasformativo per la partoriente ed il nascituro. Un mondo in cui la vita ed il venire al mondo vengano valorizzati, così come il rispetto delle diversità e del percorso di vita di ognuna/o.

Crediamo che la diversità sia una ricchezza; crediamo nelle doti innate della partoriente e del nascituro nel momento del parto; crediamo che questo debba essere affiancato dalle opportunità offerte dalla medicina e che la nascita dovrebbe essere al centro di ogni agenda politica poiché riguarda l’intera umanità e non dev’essere relegata al solo universo femminile. Crediamo che il parto possa essere una straordinaria esperienza trasformativa.

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