Ti racconto il mio parto #14

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Azzurra Ludovica è arrivata il 26 febbraio alle 20.57… È proprio vera questa storia dei terzi figli…
Ho avuto contrazioni lontane e irregolari dalle 14 di pomeriggio, non ne potevo più di questi “cavolo” di prodromi..
Verso le 16 ho qualche contrazione intensa, così avverto l’ostetrica, viene a casa sulle 16.30, mi visita e sono ancora a 2 cm.. Non volevo crederci… Sapevo che era solo un numero ma sono demoralizzata e arrabbiata.
Le mie due MERAVIGLIOSE ostetriche capiscono che se non sono sola, non riesco a lasciarmi andare, così vanno via e rimaniamo d’accordo che avrei chiamate qualsiasi cambiamento..
Sono più delle 17.30
Vago per la casa e non trovo pace interiore..
Basta..
Entro nella vasca alle 18.15.
Dentro l’acqua le contrazioni sono ogni 10 minuti e penso già all’interminabile notte che avrò davanti.. Ero stanca e le contrazioni, anche se lontane, in acque facevano ancora più male.
Le gestisco solo con il canto carnatico, ma continuano ad essere ogni 7/8 minuti e mi sembravano lontanissime..
Alle 19.30 comincio a vaneggiare, le contrazioni sono ogni 4/3/2 minuti.. Il canto carnatico diventa un lamento di vocali a caso..
Comincio a dire che stavolta non ce la faccio, è troppo per me..
Mio marito inizia a dirmi che vuole chiamare le ostetriche e io gli dico di no perchè tanto il parto non sta progredendo e ho paura, paura di sapere che ero ancora indietro.. Insiste e le chiama.. Arrivano alle 20..
Io ormai non capisco più nulla.
Mi visitano verso le 20.15 e sono a 5 cm… Da brava maniaca del controllo dico: “ecco, lo sapevo!!!! Io non ce la faccio più, sto impazzendo!!!”
Esco dall’acqua alle 20.40 e mi metto sul letto carponi, comincio a spingere.. Il sacco si rompe con una spinta dopo 10 minuti.. Ma non riesco a stare carponi..
Mi prendono lo sgabello olandese, mio marito mi sostiene da dietro..
La mia voce cambia e comincio a ruggire nel vero senso della parola.
Sono le 20.57 e Azzurra è fra le mie braccia 💙

AMINa ODV

La nostra missione è quella di promuovere un parto consapevole, rispettato e positivo in Italia e nel mondo. Partiamo dal presupposto che al momento molte donne sono vittime di violenza ostetrica, oppure mancano di accesso ai servizi di assistenza di base. Attraverso attività di sensibilizzazione e di cooperazione allo sviluppo, AMINa mira a promuovere una diversa cultura del parto, che valorizzi le differenze e consideri partoriente e nascituro come soggetti e non come oggetti dell’azione.

Immaginiamo un mondo in cui il parto venga affrontato con la giusta consapevolezza e possa essere un momento positivo e trasformativo per la partoriente ed il nascituro. Un mondo in cui la vita ed il venire al mondo vengano valorizzati, così come il rispetto delle diversità e del percorso di vita di ognuna/o.

Crediamo che la diversità sia una ricchezza; crediamo nelle doti innate della partoriente e del nascituro nel momento del parto; crediamo che questo debba essere affiancato dalle opportunità offerte dalla medicina e che la nascita dovrebbe essere al centro di ogni agenda politica poiché riguarda l’intera umanità e non dev’essere relegata al solo universo femminile. Crediamo che il parto possa essere una straordinaria esperienza trasformativa.

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