Soroptimist International e l’allattamento al seno
Nel corso della settimana mondiale per l’allattamento al seno AMINa intervista Mariolina Coppola, Presidentessa di Soroptimist International d’Italia. Dialogo con Chiara Segrado, Presidentessa di AMINa.
“Mariolina, ci racconti del progetto di Soroptimist e UNICEF Italia, la creazione di Baby Pit Stop all’interno di musei, biblioteche e contesti culturali in generale?”
“I Baby Pit Stop sono spazi appositamente pensati per le famiglie e per i loro bambini, aree nelle quali è possibile allattare e cambiare il pannolino ai propri bambini, in un ambiente riservato ed accogliente. Ho voluto personalmente che in questi spazi venissero inclusi anche libri e giochi per i fratellini maggiori, perché siano spazi per la famiglia. Al momento nei musei abbiamo aperto circa 80 di questi punti. I musei hanno contribuito alla bellezza, scegliendo di esporre opere che fossero in tema con l’allattamento, come tettarelle o statue antiche”.
“Per noi questa è un’importante attività di advocacy, di sensibilizzazione” continua Mariolina. ”Vogliamo promuovere una nuova cultura di welfare diversa, stimolare il dialogo sull’importanza dell’allattamento, ma anche delle tematiche correlate alla maternità in generale, come le necessarie politiche di sostegno e conciliazione che promuovano l’occupazione femminile. Fare un figlio, allattarlo, devono poter essere delle scelte per le donne, e ancora non lo sono”.
“Ma il Baby Pit Sop non rischia di sortire l’effetto opposto, di diventare una sorta di ghettizzazione della donna che allatta?”
“Al contrario! I nostri pit stop si trovano negli ingressi dei musei e dei luoghi di cultura, sono accessibili ancor prima che si acquisti il biglietto per la visita. Non sono loghi tecnici, sono lontani dai bagni ed arredati con gusto e con le cose di base che possono servire ad una donna per allattare, tipo una comoda poltrona. E soprattutto non sono schermati o nascosti, sono appositamente resi visibili anche se in maniera discreta perché la comunità intera si senta coinvolta. Il nostro obiettivo è che le mamme vengano incluse nella società in maniera diversa, soprattutto in un momento storico come questo in cui manca totalmente una cultura dell’accoglienza”.
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