Come Nasce Un Papà?

Di Giusi Di Prenda – Psicologa e Psicoterapeuta, Esperta in Psicologia Perinatale

Sicuramente un papà nasce nel momento in cui decide di esserlo: le modalità per prendere questa decisione sono diverse in base alle diverse situazioni. Generalmente ciò avviene nel momento in cui la coppia si accorge di aspettare un bambino, un passaggio naturale sì, fatto di notevoli cambiamenti. Vediamo insieme quali.

Essendo una fase di vita molto importante, non parleremo delle caratteristiche di un padre (vi ricordo sempre che ognuno è nella sua unicità e con la propria storia). Parleremo piuttosto di come è sempre tutto in divenire, è tutto in un continuo cambiamento.

Generalmente, nella nostra cultura, nel percorso verso la genitorialità, i papà sono poco considerati, nessuno si accorge dei loro cambiamenti e delle loro esperienze. I papà hanno paure, fantasie sul bambino, sogni sul divenire padri, timori di inadeguatezza, bisogni di condivisione e rassicurazione.

La nuova condizione di genitore esige radicali cambiamenti nel senso di sé, nello stile di vita, nei ruoli sociali e nelle prospettive personali e di coppia. Attenzione, ciò non è un male, anzi rappresenta una posizione privilegiata: trovandosi defilato, il papà ha il vantaggio di poter mantenere una “visione panoramica” di quel che accade. Può, cioè, far presenti anche esigenze altre, rispetto a quelle dei due.

Per esempio, può favorire il ritorno del partner agli aspetti della sua vita e della sua persona che con l’arrivo del bebè rischia di trascurare; può far attenzione che il bambino acquisisca fin dall’inizio il senso delle “regole” relazionali, secondo le sue capacità in crescita. Se riesce a mantenere il senso di sé all’interno della coppia, può diventare “contenitore”, cassa di risonanza e di “bonifica” delle emozioni del partner e del bambino.
Al contrario, il papà può rassegnarsi, accettando e consolidando la posizione di emarginato, lasciando fare, disinteressandosi. Più spesso, può rivolgersi altrove per ritrovare il senso e il valore del proprio esistere: al lavoro, principalmente, o agli hobby, o ad altre storie d’amore, in cui poter tornare a sentirsi apprezzato e amato. Per prevenire questo disagio, potrebbe bastare un sorriso, un riconoscimento del valore, una condivisione di sentimenti e di emozioni…
Se è bene che entrambi sappiano cambiare il pannolino o preparare il biberon, è indispensabile che il papà assuma attivamente il proprio ruolo di sostegno amorevole e di mediazione, recuperando per questa via il senso di sé, il senso del proprio valore, il proprio ruolo, la stima, il riconoscimento, l’apprezzamento e l’amore del proprio partner.

AMINa ODV

La nostra missione è quella di promuovere un parto consapevole, rispettato e positivo in Italia e nel mondo. Partiamo dal presupposto che al momento molte donne sono vittime di violenza ostetrica, oppure mancano di accesso ai servizi di assistenza di base. Attraverso attività di sensibilizzazione e di cooperazione allo sviluppo, AMINa mira a promuovere una diversa cultura del parto, che valorizzi le differenze e consideri partoriente e nascituro come soggetti e non come oggetti dell’azione.

Immaginiamo un mondo in cui il parto venga affrontato con la giusta consapevolezza e possa essere un momento positivo e trasformativo per la partoriente ed il nascituro. Un mondo in cui la vita ed il venire al mondo vengano valorizzati, così come il rispetto delle diversità e del percorso di vita di ognuna/o.

Crediamo che la diversità sia una ricchezza; crediamo nelle doti innate della partoriente e del nascituro nel momento del parto; crediamo che questo debba essere affiancato dalle opportunità offerte dalla medicina e che la nascita dovrebbe essere al centro di ogni agenda politica poiché riguarda l’intera umanità e non dev’essere relegata al solo universo femminile. Crediamo che il parto possa essere una straordinaria esperienza trasformativa.

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