Ti racconto il mio parto #15
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Buongiorno! Grazie innanzitutto ad AMINa per questa bellissima iniziativa! Da donna e da poco mamma è bellissimo sentirsi supportata e ascoltata!
Io durante la gravidanza ho cercato di prepararmi al meglio al parto e gli ultimi giorni li ho vissuti in ansia chiedendomi „cosa succederà? Come andrà?“. La mia ansia non è stata purtroppo „curata“ da nessuna ostetrica che invece la trattava superficialmente dicendomi „poi vedremo…“- io avrei tanto voluto che magari attraverso un Hypnobirthing si potesse curare..Poi allo scadere preciso dei giorni mi sono recata con mio marito alle 23 in clinica.. vi era un ostetrica di turno e una ginecologa.
Mi visitano e poi ci lasciano soli in sala parto venendo di tanto in tanto a controllare.. alle 3 ero dilatata a 8 cm ma alla bimba mancava ancora un po’ per essere giù. Alle 3:30 richiedo l’epidurale a basso dosaggio.. ero stanca, il sonno, la notte.. poi alle 5 entrano e iniziano a parlottare tra loro che non potevano più aspettare..
Volevano estrarre la bimba con la ventosa ma io mi sono opposta con tutta la forza e ho iniziato a spingere più forte che potessi con la ginecologa che premeva sulla mia pancia. Dopo 30 minuti è venuta fuori la bambina. Ma io provavo tanto dolore perché mi ero un po’ lacerata vicino al clitoride.. mentre mi ricucivano lo strappo percepivo il mio corpo dolorante mentre la mia bambina era sul mio petto.
La piccola è rimasta con me sempre nelle 24 ore seguenti ma io ero stanchissima.. erano 24 ore che non dormivo ed ero sola in camera perché mio marito non lo facevano stare.. avevo problemi ad allattare ma nessuno aveva tempo per me è pazienza.. a distanza di 24 ore dal parto decisi di mettere firma e uscire. Non volevo rimanere lì senza cure e amore. L’ultima cosa che mi fu detta “ lei ha avuto un parto naturale ma difficile.. esce a suo rischio e pericolo” 😞 io invece sentivo il mio corpo e mia figlia che volevano andar via e tornare a casa dove c’era amore e famiglia a supportarmi.
La cosa che ripetevo sempre durante il travaglio era “ mi sento , ti sento … non abbandonerò il mio corpo adesso”.
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