Ti racconto il mio parto #1
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Il mio parto è stato bellissimo, rispettato e potente. Mi fa strano dirlo perché tutte le volte che lo racconto vengo interrotta, perché se non hai passato 48 ore di dolori, lacerazioni o manovre varie non hai veramente partorito. È difficile davvero. Se non hai avuto un parto difficile o medicalizzato (male) non sei degna di comprensione, di un “brava”, di una carezza. Niente. Così con il tempo ho smesso di dire quanto potente sia stato e quanto ringrazi il mio corpo ogni sera quando vedo quella creatura nata da me, dormire nel mio letto.
Ho scelto di partorire in casa, con le ostetriche che hanno seguito il mio percorso. Ero talmente certa e tranquilla di questa scelta che sono state chiamate solo quando il parto era ormai avviato.
Ho avuto contrazioni la notte prima, costanti e potenti… mi veniva in mente il racconto della mia amica che immaginava le montagne russe e mi piaceva così focalizzavo la mia carrozza, che era un po’ un “trabiccolo” ma ero io, in prima fila.
Io e la salita. E pure io e la discesa, che me la godevo tantissimo. Ho riso, tanto. A mano a mano il mio “trabiccolo” diventava più resistente. Poi è arrivato il sole e tutto è smesso… ho spento il telefono e ho dormito. Avevo una contrazione ogni ora ma nulla di più. La mia ostetrica mi diceva di riposare e io così ho fatto. In serata sono ricominciate le mie contrazioni, ho mangiato 2 uova e ho fatto un bagno caldo… erano forti e sedermi sul wc era l’unica cosa che mi dava sollievo. A quel punto le mie montagne russe erano potenti e la mia giostra era tipo Gardaland. Ero diventata padrona del dondolio, della voce… ero forte. Si sono rotte le acque e a quel punto i dolori sono diventati forti, sono arrivate le ostetriche e tutto un trambusto, ho perso la concentrazione e mi è venuto un attacco di panico… quelle mani fresche della mia ostetrica mi hanno fatto la coda ai capelli. Sembra un gesto da niente ma a me ha rimesso in ordine la testa.
Ero in acqua e non ero più lì a contorcermi e muovermi malamente… avevo ritrovato la concentrazione, ero di nuovo in connessione con la mia pancia. Mi ha attraversato un pensiero inimmaginabile per me, visto che non parlo da anni con mia madre, ed è stato “Lei mi ha fatta nascere, ce l’ha fatta. Io posso far nascere questo bambino”. Se ci penso l’unica esperienza vera e positiva del parto me l’ha regalata mia madre. Mi diceva che non aveva fatto l’epidurale e che il suo corpo le diceva che io ero pronta, anche se il personale sanitario non le credeva. Mi diceva sempre che aveva iniziato a spingere perché io glielo stavo suggerendo e sono nata perché lei ha saputo ascoltare. Ecco, questa è stata la forza. Io e mio figlio sappiamo cosa fare, in fondo l’ho già fatto, sono venuta al mondo e so come si fa. Questo pensiero, la mia nascita raccontata da mia madre mi ha aiutata a spingere. È stato il mio ultimo pensiero. Poi ci sono state le spinte e tra una spinta e l’altra io riuscivo a dormire e riposare. Poi quel bruciore di cui tutti parlano, 2 spinte dopo il mio bambino. Il silenzio. La sua pelle.
Sono uscita dalla vasca e mi sono riposata, la placenta è uscita buoni 40 minuti dopo ma stavo bene, fisicamente ed emotivamente. Mi sentivo la più forte del mondo, invincibile ❤️
Il mio parto ha curato delle ferite importanti. Non ho mai paura che mio figlio non mi ami, che non vada bene per lui… mai!
Il mio parto mi ha dato completa fiducia nel mio corpo e nelle sue capacità. Se trattato bene e messo in condizioni, può fare qualsiasi cosa!
Grazie per avermi permesso di raccontarlo❤️
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