Ostetricia e cambiamenti climatici
La lotta ai cambiamenti climatici è al centro dell’agenda politica internazionale. Viene in mente l’ostetrico francese Michel Odent che ricorda come le discussioni sui cambiamenti climatici siano per lungo tempo state appannaggio dei meteorologi, per diventare poi una priorità per tutti; e di come lui auspichi che la nascita possa fare lo stesso percorso, insinuandosi tra le priorità delle politiche globali.
In ambito ostetrico, il New Zealand College of Midwives si presenta come leader per le iniziative sostenibili nel contesto della nascita. Basa il proprio impegno sulla premessa che le emergenze climatiche costituiscono una delle maggiori minacce al raggiungimento degli obiettivi globali sulla salute materna, poiché le donne incinte, i neonati ed i bambini sono generalmente tra le popolazioni più vulnerabili e già vittime di ineguaglianze, povertà ed emarginazione in diversi contesti.
La stessa International Confederation of Midwives (ICM) ha scritto un position statement sui cambiamenti climatici che dice che molti dei potenziali effetti dei cambiamenti climatici potrebbero avere serie conseguenze per donne, bambini e famiglie e per le stesse ostetriche e che è dunque importante che la comunità ostetrica riconosca questa potenziale minaccia trovando contestualmente il modo di contribuire alla gestione delle problematiche locali e globali dovute ad agenti climatici.
Nel libro della dottoressa neozelandese Rea Daellenbach “Sustainability, Midwifery and Birth” vengono identificati alcuni modelli di pratica ostetrica sostenibile, tipo la continuità ed accessibilità della cura, minacciati dagli effetti avversi dei cambiamenti climatici come l’aumento delle temperature, la qualità e disponibilità di acqua e cibo con conseguenze sulla sicurezza alimentare di intere popolazioni e da una gamma di fattori socio-culturali, economici e fisiologici che vanno ad inasprire disuguaglianze e vulnerabilità.
Questi rischi sono particolarmente elevati per le popolazioni indigene; l’esperto di salute pubblica Rhys Jones nel suo articolo su Global Health Promotion del 2019 intitolato “Climate change and indigenous health promotion” afferma che il cambiamento climatico antropogenico è connesso con ideologie, sistemi e pratiche coloniali e le sue conseguenze possono essere descritte come un’intensificazione dei processi di colonizzazione. Questo perché il processo di colonizzazione ha portato all’espropriazione delle terre, destabilizzazione culturale e marginalizzazione di diversi gruppi indigeni, migrazione e generali condizioni di vulnerabilità.
Un esempio pratico dell’effetto dei cambiamenti climatici sulle donne in gravidanza: uno studio[1] ha trovato che le temperature elevate tipiche delle stagioni calde possono provocare un distacco prematuro della placenta in donne prossime al parto, e aumentare il rischio di mortalità alla nascita.
Vista la loro esperienza accanto alle partorienti e non solo, le ostetriche possono avere un ruolo essenziale nel portare le istanze delle donne in gravidanza e della popolazione femminile in generale all’attenzione dei decision makers sia locali che globali.
[1] He S., Kosatsky T., Smargiassi A., Bilodeau – Bertrand M., Auger N. (2018). Health and pregnancy-related emergencies: risk of placental abruption during hot weather, Environment international, 111:295-300
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