Dialogo sull’allattamento al seno: chi ne è responsabile?
Il 2 agosto AMINa ha partecipato all’evento organizzato dal World Food Programme (WFP), il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, e moderato dalla giornalista britannica Femi Oke e intitolato “A Dialogue on Breastfeeding: Whose Responsibility is it?” – Dialogo sull’allattamento al seno: chi ne è responsabile?
Introdotto dalla Vice-Direttrice del WFP, Valerie Guarnieri, il dialogo ha coinvolto la Principessa Sarah Zeid di Giordania, il dottor Baseer Achakzai del Ministero della salute pakistano, Amy Pollack, direttrice Maternal, Newborn e Child Health della Bill and Melinda Gates Fundation ed il dottor Marko Kerac, Associate Professor Public Health Nutrition, London School of Hygiene and Tropical Medicine.

La prima domanda posta è stata perché l’allattamento al seno è così importante? “Nei contesti d’emergenza mancano i servizi” ha esordito Sarah Zeid “ con un grandissimo impatto sulla vita delle donne e delle ragazze”. In questi contesti l’allattamento è una vera sfida. “Anche il contesto culturale ha un impatto anche sul parto e i momenti immediatamente successivi. Per esempio in Siria le donne partoriscono totalmente coperte e questo non aiuta il contatto skin to skin tra bambino e mamma; per loro è anche trovare degli spazi sicuri e riservati per poter allattare liberamente”.
“L’allattamento è legato alla ricchezza di una nazione, la fondazione della crescita di un bambino” ha continuato il dottor Achakzai “Rende i bambini più sani, forti, mentalmente e socialmente e più resistenti alle infezioni. Rafforza anche il legame tra madre e bambino”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che 820.000 bambini potrebbero essere salvati ogni anno se i bambini tra gli 0 ed i 23 mesi fossero allattati correttamente.
Il Dott. Marko Kerac ha sottolineato i benefici anche sulla salute della madre, incluso sul rischio di cancro al seno. Ed ha ricordato che la comunità internazionale ha ancora molto da fare per raggiungere gli obiettivi internazionali di sopravvivenza infantile. “Il mancato supporto alle donne è un problema sociale” ha continuato “dove mancano le reti di supporto sociale é più difficile per una mamma allattare esclusivamente al seno.
Infine, tutti i partecipanti hanno concordato sull’importanza di proteggere le mamme dall’influenza dei produttori di latte artificiale per i bambini come alternativa e in sostituzione al latte materno. “La consapevolezza c’è, ma la comunità internazionale non sta facendo abbastanza per promuovere l’allattamento. Spesso infatti queste aziende non sottostanno agli accordi internazionali (International Code of Marketing of Breast-Milk Substitutes), firmati ormai 40 anni fa”.
Per chi conosce l’inglese, uno studio a riguardo realizzato in Gran Bretagna può essere trovato qui: https://journals.sagepub.com/doi/full/10.1177/08903344211018161.
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