Da che mondo è mondo: la violenza ostetrica a fumetto
La versione italiana della Revue Dessinee (informazione a fumetti) include una storia molto interessante sulla violenza ostetrica firmata da Irene Caselli e disegnata da Rita Petruccioli ed intitolata “Da che mondo è mondo”.
Basandosi sulla vicenda di una donna che partorisce nel 2021 in un ospedale di Napoli, ripercorre le tappe del parto, dalle aspettative (deluse) della protagonista (ricorso al cesareo invece di un parto naturale, mancata somministrazione dell’epidurale, bambino allontanato da lei nelle prime ore di vita, impatto sull’allattamento) alla presa di coscienza che “quello che Laura sta raccontando ha un nome. Si chiama violenza ostetrica”.
Il fumetto spiega l’origine del termine, include riferimenti normativi (le posizioni di UNICEF e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) e si conclude con le vicende italiane denunciate dall’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica (OVO), secondo cui dal 2003 al 2017 il 21% delle madri italiane dichiara di aver subito una forma di violenza ostetrica, il 41% di aver subito pratiche lesive della propria integrità psicofisica, il 33% non si è sentito adeguatamente assistito ed il 6% ha deciso di non avere altri figli a causa dell’esperienza vissuta.
È uno strumento efficace per raccontare, con pochi tratti, quanto una nascita che non va secondo le aspettative della neomamma possa avere un impatto fortissimo sul rapporto con il bambino, sull’autostima, sulla salute mentale. Quelle macchie di sangue su una camicia da notte arancione, gli occhi spalancati, ancora increduli, la mamma che comunica timidamente con il mondo seppur distesa nel suo letto perché ancora sofferente. Le ostetriche che accolgono il suo dolore e la sua rabbia e le spiegano quello che le è successo, cosa le sia successo. Per chi lo vive, per chi l’ha appena vissuto, non è immediato ed è difficile dare un nome a quel garbuglio di fatti che rendono la memoria fisica e psichica del parto così dolorosa.
Anche AMINa sta raccogliendo storie di donne che desiderano raccontare del loro parto. Potete leggerle nella sezione “Ti racconto il mio parto” oppure raccontarci su Messenger @aminaodv, Instagram Direct @amina_odv o email aminaodv@gmail.com le vostre storie, che verranno pubblicate in forma anonima.
AMINa ODV

La nostra missione è quella di promuovere un parto consapevole, rispettato e positivo in Italia e nel mondo. Partiamo dal presupposto che al momento molte donne sono vittime di violenza ostetrica, oppure mancano di accesso ai servizi di assistenza di base. Attraverso attività di sensibilizzazione e di cooperazione allo sviluppo, AMINa mira a promuovere una diversa cultura del parto, che valorizzi le differenze e consideri partoriente e nascituro come soggetti e non come oggetti dell’azione.
Crediamo che la diversità sia una ricchezza; crediamo nelle doti innate della partoriente e del nascituro nel momento del parto; crediamo che questo debba essere affiancato dalle opportunità offerte dalla medicina e che la nascita dovrebbe essere al centro di ogni agenda politica poiché riguarda l’intera umanità e non dev’essere relegata al solo universo femminile. Crediamo che il parto possa essere una straordinaria esperienza trasformativa.
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