10 ottobre giornata mondiale della salute mentale
Il nostro focus sulle donne in gravidanza e le neomamme
Il 10 ottobre è la giornata dedicata alla salute mentale nel mondo. Quest’anno il tema è “rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale” e certo il bisogno è urgente, in una società sempre più complessa, in un contesto globale che soffre dei postumi di una pandemia e delle conseguenze di un conflitto in Europa. Scopo della giornata è promuovere la consapevolezza e la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale che la accompagna, ostacolando l’accesso a servizi adeguati.
Noi di AMINa vogliamo soffermarci sui bisogni delle partorienti, delle neomamme e delle neo-famiglie, e di come spesso la gravidanza ed il parto abbiano un forte impatto sulla salute mentale soprattutto delle donne. Si stima che almeno 1 donna su 5 soffra di problemi legati alla salute mentale durante la gravidanza o dopo il parto e spesso ne sono colpiti anche i papà. I disturbi più comuni sono la depressione e l’ansia, che colpiscono tra le 10 e le 15 donne ogni 100; lo stress, la preoccupazione, la difficoltà a gestire i cambiamenti che la gravidanza porta con sé ad ogni livello, i cambiamenti ormonali sono tutti fattori che possono scatenare o peggiorare delle situazioni di difficoltà.
Avrete sentito parlare del baby blues, che da noi viene chiamato in genere depressione post-parto: un mix di stanchezza estrema, irritabilità, tristezza, malinconia, il “senso di non potercela fare”. È una sensazione opprimente, che sopraffa’, che è estremamente difficile da gestire, visto l’impegno costante richiesto da un neonato.
Dati dell’ospedale pediatrico Burlo Garofolo di Trieste riportano che 4 donne su 10 che sperimentano una qualche forma di depressione post-partum riferiscono di aver vissuto un parto traumatico. Circa metà delle donne pensa che la causa principale sia l’isolamento, 2 donne su 10 dicono di sentirsi sotto pressione, mentre 2 donne su 10 riportano una mancanza di sostegno. Più di una donna su 5 riferisce pensieri suicidi. Lavorare sulla prevenzione con una forma continuativa di cura prima, durante e dopo il parto dovrebbe essere una priorità per gli operatori sanitari.
Una maggiore consapevolezza anche nel riconoscere i sintomi e capire a chi rivolgersi può aiutare in queste situazioni. La prevenzione può arrivare anche dall’ambiente familiare: è dimostrato che le donne che hanno un maggior sostegno psico-sociale hanno infatti un rischio minore di ammalarsi di depressione post-partum.
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